Interviste

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Test Veterinaria e Medicina: è polemica sulle misure anti-Covid

Veterinaria Medicina test covid (foto dal web)

Al via oggi i test per accedere alla facoltà di Veterinaria, il 3 settembre toccherà a Medicina. Il Covid ha portato scompiglio anche in questo settore, ed oltre a qualche differenza nell’organizzazione, c’è il rischio di molti ricorsi per problematiche legate ai contagiati

Sono 890 i posti previsti per entrare alla facoltà di Veterinaria quest’anno in Italia, e sono in 10.000 gli aspiranti studenti, già oggi impegnati col test. La prova d’ingresso consiste in 60 domande a risposta multipla, per cui si avranno a disposizione 100 minuti. Per quanto riguarda Medicina, bisogna aspettare giovedì: ci proveranno in 65.000, a fronte di 13.072 posti liberi.

Anche le disposizioni per i test d’ammissione hanno conosciuto delle novità dovute alla generale emergenza Covid: le prove infatti non si effettuano nell’ateneo indicato come prima preferenza da ogni partecipante, bensì nell’Università più vicina al suo indirizzo di residenza. Una misura atta a limitare gli sconsigliati spostamenti da una regione all’altra. Ma il Coronavirus rischia di innescare un problema ben più scomodo per tutta l’organizzazione.

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Test Veterinaria, il Ministro Manfredi: “Un problema giuridico molto complesso”

Veterinaria Medicina test covid (foto dal web)
il Ministro dell’università e la ricerca  Gaetano Manfredi (foto dal web)

Tra i vari aspiranti infatti ve ne sono diversi che non possono partecipare al test in quanto in isolamento a causa del Covid-19. E non si tratta solo di positivi: basta aver avuto un contatto con un solo positivo per essere costretti alla quarantena. Sul sito del Ministero dell’Università si legge che ““Si informa che il Ministero dell’Università e della Ricerca, vista la presenza di candidati destinatari dei provvedimenti sanitari di prevenzione del Covid-19 che non potranno sostenere le prove di accesso programmato, ha provveduto ad avvisare i Ministeri competenti al fine di verificare ogni eventuale possibile gestione delle suddetta situazione”.

Il Ministro dell’Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, ha espresso la volontà di trovare una data alternativa per coloro impossibilitati a sostenere la prova per tali motivi, ma con la consapevolezza che ciò aprirà un problema giuridico molto complesso”. Indire una sessione di prova straordinaria infatti equivale alla certezza di fronteggiare moltissimi ricorsi da parte degli esclusi: sarebbe naturale da parte di questi accusare una discriminazione nel trattamento dei partecipanti, con alcuni di fatto avvantaggiati nella prova da un periodo supplementare di studio.

Oltre a ciò, una decisione simile ritarderebbe la pubblicazione della graduatoria nazionale, in teoria prevista per il 25 settembre e probabilmente anche il termine per le immatricolazioni. In definitiva sarebbe l’intero anno accademico a vedere spostato il suo inizio. 

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