Seppur di piccole dimensioni, nuovi focolai tornano a impensierire l’estate degli Italiani. Tutte le regioni sono state colpite nelle ultime 24 ore, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta, Attualmente in Italia, 306 positivi
Ancora una volta, una residenza per anziani è al centro del dilagare del virus, in questo caso sita a Bologna. Nel luogo sono stati registrati 21 nuovi positivi: 17 sono ospiti e 4 operatori sanitari. Anche il Trentino vive la tensione di nuovi focolai; a Vallagarina continua la scia degli infetti che ha preso il via presso la ditta Bartolini, con 40 nuovi casi registrati in 48 ore.
Ma anche i casi di rientro spiccano tra i più frequenti motivi di nuovi contagi. A Roma sono state trovate positive due donne tornate in pullman dalla Romania (uno dei paesi più critici nelle ultime settimane); in Molise sono in 5 le persone tornate dalla Serbia che hanno riscontrato l’infezione; in Trentino, un nucleo familiare ha contratto il virus dopo il ritorno di un membro dal Kosovo.

Guardando alle panoramiche regionali, il Veneto spicca per incremento, con ben 172 nuovi casi; aumenti da porre all’attenzione anche in Liguria (+44) e Campania (+28). In Lombardia, il calo maggiore – 184 casi in meno – ma la regione continua ad avere la percentuale maggiore di malati (57%)
Il trend rimane generalmente stabile e sotto controllo, e il viceministro della salute Pierpaolo Sileri non lo ritiene preoccupante, sostenendo che basterà gestire la situazione con lockdown circoscritti. Altre voci, come quelle di Roberto Burioni e Vincenzo De Luca, insistono invece sulla necessità di una maggiore attenzione da parte di amministrazioni e cittadini.
Immuni: un’app poco efficace?

Oltre i casi d’importazione, ci sono altri motivi di questo potenziale ritorno del Covid?
Come abbiamo imparato negli ultimi mesi, il numero dei positivi aumenta proporzionalmente al numero dei tamponi effettuati, e infatti i nuovi dati seguono una somministrazione di oltre 60.000 tamponi, decisamente di più rispetto alla media dei giorni passati.
Inoltre si rivela meno efficace del previsto l’utilizzo dell’App Immuni; non tanto per una disfunzionalità del servizio, quanto della scarsa risposta della popolazione: Immuni è stata scaricata dal 12% dei possessori di smartphone, ovvero 4,3 milioni di persone, mentre la sua utilità nel tracciare le scie di contagio richiederebbe una soglia dei download del 60%.